giovedì 17 marzo 2011

....Libertà di pensiero sub iudice

Festeggiamo questo 17 Marzo, Festa dell’Unità d’Italia, cogliendo l’occasione di rileggere la Costituzione Italiana, la Legge su cui poggia tutto il quadro legislativo dello Stato.

Diciamo subito che la rilettura della Carta Costituzionale anticiperà e (si spera) rafforzerà molte proposte programmatiche che intendiamo suggerire a quanti si presenteranno alle prossime elezioni amministrative.

Tuttavia la cronaca ha fatto sopraggiungere l’urgenza di rileggere l’art. 21 che sancisce “il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, salvo il rispetto del buon costume, la salvaguardia della dignità, dell’onore e della privacy altrui, e naturalmente la tutela del segreto giudiziario.

Cos’è accaduto? Il giovane autore senese de “La Casta di Siena”, Raffaele Ascheri, è stato condannato al risarcimento di circa 200 mila euro in favore della Curia per quanto scritto sul suo libro. Insomma: non se l’è cavata con due pater nostrum e una ave Marie.
Naturalmente non possiamo e non vogliamo entrare in merito alla causa intentatagli contro, perché non la conosociamo abbastanza. Però una considerazione vogliamo farla ugualmente.

Il libro ha venduto circa 5500 copie: una quantità considerevole, visto quanto poco si dice che gli Italiani si dedichino alla lettura!

Ammettiamo pure, comunque, che una buona metà delle copie sia stata cestinata (finanche bruciata…) prima o dopo la lettura poco importa: cartaccia buona per il camino!

Ma gli altri, quei lettori, tanto per  intendersi, che si sono divertiti a leggere il libro, quelli che ne hanno fatto motivo di conversazione nei salotti, quelli che hanno sghignazzato delle vicende raccontate…questi lettori, dico, adesso, sarebbero disposti a difendere l’autore, il giovane Ascheri, scendendo in piazza in nome di quella salvaguardia della “libertà di pensiero” sancito dalla stessa Costituzione?

La Città ai Cittadini

martedì 15 marzo 2011

Perchè c'è bisogno di Codici Etici?

Si riporta un vecchio post....tratto da uno dei blog cittadini...

"e la chiamano “Buona Politica”!

Si respira un clima surreale. La politica blatera, la gente si trova in braghe di tela. Grave appare lo scollamento tra le classi dirigenti di questo Paese e i suoi cittadini. Sembra infatti pesantemente compromessa la fiducia in chi rappresenta le istituzioni democratiche. Il demos (il popolo) infatti si sente privato della propria sovranità, ridotta ormai a puro concetto giuridico formale senza alcuna sostanza. Solo in prossimità di elezioni se ne ricerca il consenso, con roboanti promesse…disattese sistematicamente. E’ una vecchia storia ormai…
Cambierà qualcosa in futuro? E’ quello che si chiedono in molti, quelli che credono ancora nella “buona politica”. Ma non quella sbandierata nei convegni, nei seminari esclusivi: discussa e chiacchierata e basta.  Intendo dire la buona politica “vissuta”, fatta di modelli comportamentali coerenti e risultati verificabili, al netto dei costi sostenuti, confrontati con i benefici ricaduti sull’intera collettività (non solo su una parte di essa…).
Di fatto, agli occhi di cittadini attenti, ammettere da parte della classe politica che esiste una “questione morale” è una manifesta assunzione di responsabilità diretta.
Chi sente il dovere di redigere codici comportamentali all’interno dei propri partiti ammette, cioè, che c’è un “vulnus” a cui porre rimedio.
Insomma: il problema esiste. Ma se si dice che esiste, allora lo si deve chiarire bene ai cittadini, specificando anche le circostanze che hanno portato alla conclusione per cui è necessario predisporre un “codice di comportamento”. Per combattere la malattia e mettere in atto una cura è chiaro che il buon medico deve aver chiari quali sono i sintomi… Allora se a Siena c’è chi annuncia a mezzo stampa che, in prossimità delle elezioni (…giusto per quello), si farà sottoscrivere ai candidati un codice di comportamento si ammette di fatto che fin qui le azioni intraprese sono state ben poco attinenti alla “pratica del buon padre di famiglia”, prive cioè di quella cauta prudenza e ispirato buon senso, che spesso tengono lontani da situazioni pericolose ed incerte. Come incerto appare oggi il futuro di Siena e delle sue storiche Istituzioni (Banca, Fondazione, Ospedale, Università).    
Ecco il punto. Ecco la “questione”. A chi parla di "buona politica", non sarebbe lecito domandare se non basta tener fede ai principi fondativi della nostra Carta Costituzionale e al quadro legislativo vigente (che certo regola il modello del vivere civile), senza sentire la necessità di normare mediante codici comportamentali i criteri di buona amministrazione della Cosa Pubblica?"

UNO (nessuno e centomila)

domenica 13 marzo 2011

Democrazia solo di facciata?

L'Art. 21 della nostra Costituzione Italiana recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Purtroppo viviamo in un momento in cui viene da chiedersi se questo basta a garantire la "libera" circolazione delle idee. La risposta, purtroppo, è “no”.

Oggi, infatti, non appare così scontato poter esprimere senza condizionamenti, o timori di ritorsioni, il proprio pensiero, sopratutto quando non è omologato all'imperante senso comune, che spesso si dimostra troppo acritico e pilotato da un sistema di informazione "addomesticato" e depauperato del suo naturale ruolo di vigilanza del gioco democratico.

E’ per questo che dubito fortemente che il diritto alla corretta informazione dei cittadini e la conseguente possibilità di esprimere le proprie opinioni sia effettivamente e largamente esercitabile in questo Paese, sia a livello nazionale che locale.

Pensiamoci bene.

Chi se la sente di criticare le scelte del potente di turno, anche quando sono palesemente non rispondenti al bene comune? Chi non si è mai chiesto a quali rischi (di ogni genere!) si espone se esprime giudizi contrari a quanto viene deciso nella stanza dei bottoni? Chi non ha provato una certa esitazione a contraddire chi esercitava, in un modo o in un altro, un’autorità?

Eppure non bisognerebbe dimenticare che in una democrazia il cosidetto “potere” lo si esercita in virtù di un principio di rappresentatività attraverso il quale sono i cittadini ad aver affidato ai propri eletti il compito di portare avanti le loro aspettattive di libertà, uguaglianza e giustizia.

Tutto questo oggi ha ancora un valore oppure no?

Mi piacerebbe se si aprisse un dibattito vero su questo argomento.Mi basterebbe cioè che fosse possibile un CONFRONTO leale, onesto, scevro da pregiudizi su temi  che interessano la vita civile di questa nostra città. Mi piacerebbe cioè che la classe politica si aprisse al DIALOGO, in cui anche i semplici cittadini potessero dire la loro, e non come avviene oggi sempre scavalcati dagli apparati nelle scelte politiche che contano, in cui troppo spesso si rischia di confondere gli interessi personali con i comuni interessi di tutti.
E’ necessario cioè, da parte della classe poltica, uscire dalla sala dei bottoni, frequentare meno le conventicole e aprirsi di più ad una logica partecipativa estesa a tutti i cittadini.

Alla classe poltica si richiede, cioè, il coraggio di un chiaro progetto politico da sottoporre al giudizio sovrano del popolo, senza inseguire ingannevoli falsi sondaggi creati ad arte per accreditare ora questa ora quella linea politica, né tantomeno “creare il consenso” con promesse fatte ora qua ora là , con il rischio di generare dannosissime logiche lobbistiche, che, per loro stessa natura, si disinteressano del bene comune.

Del resto il vero leader politico dovrebbe agognare a sentirsi accreditato principalmente dai cittadini e non già da uno status di privilegio, sia esso inteso come investitura di una segreteria politica o frutto di una cooptazione o peggio un’autoinvestitura.

Perché altrimenti il rischio è di vivere in una società in cui la democrazia è solo di facciata. L’esatto contrario cioè di quello che ci insegna la nostra Carta Costituzionale, a cui troppo spesso ci si richiama solo quando ci fa comodo….

Uno (nessuno e centomila)

venerdì 4 marzo 2011

Perchè è nato il blog di Siena ai Cittadini

Da quando abbiamo dato vita al blog Siena ai Cittadini (http://siena.aicittadini.net) non sempre abbiamo vissuto momenti sereni.
Un Osservatorio Civico questa città non lo aveva mai avuto e forse non  ne coglieva nemmeno la necessità...finchè... non è spuntato, per scommessa, cominciando a riscontrare sempre maggiori consensi per il suo approccio alle problematiche scevro da faziosità e pregiudizi. E' stato forse proprio questo il motivo che ha attirato l'attenzione di quanti ( e sono tanti!) che sono stufi delle contrapposizioni di parte, faziose e strumentali e così poco attente, invece, ai problemi concreti che riguardano i Cittadini, intesi come comunità, il cui fine ultimo dovrebbe essere l'interesse di TUTTI e non l'interesse di alcuni.
Certe considerazioni dovrebbero apparire persino ovvie e scontate e di certo non dovrebbe suscitare allarme o preoccupazione chiamare i Cittadini a farsi sentire, proponendo all'agenda politica non temi caduti dall'alto, ma piuttosto istanze concrete, frutto dell'esperienza quotidiana di ognuno.
Ecco allora che l'originario intento di indagare gli aspetti sociologici della città hanno portato i primi risultati, evidenziando come prioritarie le esigenze di quanti vogliono una Città in cui merito, giustizia sociale, legalità diffusa siano concetti concreti, vissuti e sperimentati quotidianamente e non solo principi astratti a cui tutti dicono di ispirarsi e che invece in pochi applicano.
Purtroppo una società così costruita, dove vige l'interpretazione delle regole e non la loro semplice applicazione, genera ampie sacche di ingiustizia e situazioni di grave disagio morale e sociale.
Il tutto naturalmente a danno delle fasce più deboli: giovani, donne, anziani (scegliete voi l'ordine di importanza).Tutto quello che chiediamo è la possibilità di parlarne, ascoltando quanto hanno da dirci i Cittadini!

La Città ai Cittadini

...Siena ai Cittadini: nonostante tutto!

Continuiamo a ricevere attacchi hackers sui server che alloggiano il nostro blog http://siena.aicittadini.net/.

Ci scusiamo con i nostri lettori.

Garantiamo però con questa nuova soluzione quel minimo di servizio che ci eravamo prefessati: quello cioè di dare voce ai Cittadini!

Continuate pertanto a seguirci...se non avete perso l'abitudine (e la voglia!).

In ogni caso noi continueremo a vigilare ...da buon "OSSERVATORIO CIVICO"!

La Città ai Cittadini.