sabato 24 maggio 2014
giovedì 22 maggio 2014
Siena2019, un progetto da condividere!

sabato 17 maggio 2014
La 'cultura' del dialogo e della partecipazione
Martedì 20 Maggio, ore 17,30, a Palazzo Patrizi, il
Prof. Sacco si confronta con i cittadini sul tema: “La Cultura, bene comune da
condividere”. L’iniziativa è promossa dall’Ass.“La Città ai Cittadini”, da anni
impegnata a diffondere la ‘cultura’ della partecipazione democratica,
dell’impegno civile e promotrice di esperienze di cittadinanza attiva. E’
convinzione radicata dell’associazione, infatti, credere che informare
correttamente i cittadini e renderli partecipi delle scelte strategiche che
coinvolgono la collettività sia utile a esercitare quel monitoraggio del
dibattito democratico, teso al rispetto dei beni comuni e dei principi
fondamentali di libertà, uguaglianza e partecipazione alla vita pubblica.
L’incontro con Sacco si presenta dunque come un'occasione di confronto aperto
per chiunque intende dare il suo contributo per concorrere coralmente alla
corsa per far diventare Siena Capitale della Cultura Europea.
Ass. La Città ai Cittadini
giovedì 15 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
Un 'patto' tra Cittadini e Amministrazione Pubblica
Importante appuntamento stasera, ore 18.00, Sala delle Lupe (Palazzo Pubblico), Siena.Se il Consiglio Comunale voterà a favore, Siena sarà il secondo comune ad adottare il regolamento sulla 'amministrazione condivisa'. Si tratta di un protocollo di collaborazione fra cittadini e istituzioni per la cura e la rigenerazione dei beni comuni, la cui idea originaria è scaturita dalla collaborazione tra Labsus, Comune di Bologna e il sostegno del Centro Antradine e Fondazione Dal Monte.
L'intesa è basata sul 'principio di sussidiarietà' introdotto nel 2001 (riforma del titolo V) nella Costituzione, art.118,ultimo comma: "Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province, Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Si sancisce cioè un modo di essere cittadini del tutto nuovo: il maggior numero possibile di cittadini che si mobilità sulla base di una idea di “sussidiarietà responsabile”, per contribuire alla rinascita del Paese. Un modo per avere l’opportunità di mettere a frutto ciascuno le proprie competenze per il bene comune.L'iniziativa rientra all'interno del percorso Siena Intelligente -Siena Smart City.
(tratto dal sito www.sienasmartcity.blogspot.it)
venerdì 9 maggio 2014
La Cultura e il Costituto Senese
Oggi vogliamo segnalare il libro “Costituzione incompiuta – arte, paesaggio, ambiente” scritto da Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Alice Leone e Paolo Maddalena. Un libro che riunisce autori appartenenti a generazioni e settori di specializzazione diversi.
Parlando del libro, Settis ha tenuto a precisare che il titolo non vuole essere un invito a cambiare o integrare la Costituzione: andrebbe solo attuata. Ecco cosa dice l'art. 9 della Costituzione :
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Chi ha inventato la tutela del paesaggio? Gli italiani! Meglio ancora, i Senesi: a Siena nel 1309, sul Costituto è scritto, infatti, chiaramente che “primo compito di chi governa questa città è difendere la bellezza: per vantaggio dei senesi e per attrarre forestieri”.
La stessa Costituzione Italiana dunque sottolinea la centralità tematica della 'questione culturale', e dunque della tutela e valorizzazione dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico.
Siena CEC2019 è una grande opportunità! La Città non può permettersi di perdere questa occasione!
lunedì 27 gennaio 2014
Smart Cities e PA
È “intelligente” l’uomo che consapevolmente governa e gestisce i processi di innovazione.
L’uomo è “intelligente”, la tecnologia va usata in “modo intelligente”.
La maggioranza dei Sindaci e delle Giunte comunali, oggi si trova di
fronte a grandi difficoltà nell’amministrare le città. Si trovano
stretti tra la scarsità di risorse economiche a disposizione, una
legislazione farraginosa, una burocrazia refrattaria al cambiamento e la
crisi delle culture politiche che, in passato costituivano il collante
tra le scelte amministrative e i cittadini.
Oggi l’Information Technology può aiutare gli Amministratori ad
affrontare questi problemi e a governare più efficacemente. I trasporti,
la sanità, la scuola, tutto è pervaso dall’irrompere dell’Information
Technology, sia in ambiti pubblici, che privati. Tuttavia è necessario
adottare una strategia, coinvolgere i cittadini nel processo di
cambiamento.
Nel libro “Smart Cities- Il gioco dell’innovazione negli ambienti urbani”, di prossima pubblicazione, si fornisce agli Amministratori una metodologia
e un approccio culturale che possono aiutarli a promuovere i processi
di innovazione nelle aree urbane sfruttandone tutte le potenzialità.
1) Darsi una strategia condivisa con gli Stakeholders cittadini e i city user. Senza usare il termine “cittadino residente”, la città è vissuta da tutti coloro che la vivono, non è un requisito essenziale che essi abbiano una “residenza anagrafica”. Attraverso processi partecipativi, quali “gamification” e “hacking the city”, l’Amministrazione e gli Stakeholders simulano progetti, sperimentano modalità innovative per reperire risorse –“adotta un’ azione smart”-, reingegnerizzano funzioni o servizi della città.
Oggetto della contrattazione tra i diversi soggetti e
l’Amministrazione è l’acquisizione dei “dati” oggi conservati da ogni
singolo soggetto. Nei prossimi anni la capacità di condividere i
“dati” per trarne valore economico e sociale sarà la sfida da vincere
sia per il “pubblico”, sia per i soggetti privati.
Nel mondo, molte Amministrazioni si sono dotate di piattaforme web in
grado di aiutarle a valorizzare i “dati” e a sviluppare efficaci
attività di governo. Le politiche improntate alla sostenibilità
ambientale, la nascita di una nuova generazione del welfare, una
migliore efficienza dei servizi, tutto ciò si fonda sulla capacità di
gestire i “dati”. Le politiche di “open data” saranno una delle chiavi
di volata per qualificare il governo delle aree urbane.
2) Questi processi di partecipazione necessitano, per poter dispiegare i propri benefici, di una struttura burocratica efficiente e innovativa. Il nostro Paese, sotto questo punto di vista, soffre di una burocrazia conservatrice e inefficiente. Nel nostro caso, il Codice dell’Amministrazione Digitale
è il motivo per il quale le Pubbliche Amministrazioni faticano a
introdurre cambiamenti profondi. Il pretendere di sottoporre a normative
stringenti le modalità applicative dell’Information Technology
costituisce un ostacolo spesso insormontabile per gli innovatori. La
burocrazia va eliminata, difficilmente è digitalizzabile.
Le pratiche di eGovernment – auspicate dall’Unione Europea – fondate
sui dati aperti e sulle piattaforme web 2.0 (condivisione e reciprocità)
si scontrano con le prassi organizzative della Pubblica
Amministrazione. Tuttavia modalità organizzative innovative, un uso
qualitativamente diverso di Internet oggi sono possibili, anche a
legislazione vigente.
3) Le città devono inoltre diventare il cuore dell’innovazione
lavorativa e produttiva. Nel secolo scorso attorno alla fabbrica
fordista si era venuto a creare un “ecosistema innovativo”. Non
riguardava solamente la produzione, investiva il sistema degli orari, la
conformazione urbanistica delle città, i sistemi formativi. Il tramonto
di quei mondi ha lasciato scoperte funzioni vitali di una città. Oggi vanno promossi ecosistemi innovativi che nascono attorno all’introduzione di nuove tecnologie e al mutamento di molti modi di lavorare.
Ci si riferisce allo sviluppo crescente della digitalizzazione e della
stampa 3D (makers, artigiani digitali), allo sviluppo dei luoghi di
coworking, alla crescita degli incubatori d’impresa, agli hacklab. È
necessario mettere in connessione, anche nella loro localizzazione,
questi nuovi modi di produzione e di lavoro. Questi ecosistemi, nel
tempo, potrebbero generare anche il mutamento dei modi di vivere e di
produrre di un territorio molto più forte.
4) I processi di alfabetizzazione digitale di un’area urbana sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi “smart”. Contrariamente a quanto comunemente si pensa, il “digital divide”
non riguarda solo la popolazione più anziana o alcune aree italiane
scarsamente fornite di infrastrutturazione banda larga o wifi. Gli
Amministratori, i dirigenti pubblici, molta parte dell’imprenditoria
soffrono di uno stato di “digital divide”. Sono anche questi limiti
culturali delle Governance cittadine a rallentare i processi
“smart”. Sotto questo aspetto le metodologie di gamification e di social networking formano “sul campo” Amministratori, Stakeholders, city user.
Riassumendo, se si vogliono raggiungere obiettivi “smart” ci sarà bisogno di:
- adottare metodologie improntate alla partecipazione e alla gamification;
- una profonda deburocratizzazione della Pubblica Amministrazione;
- lo sviluppo di “ecosistemi innovativi”;
- una attività continua e pervasiva di alfabetizzazione digitale di tutti i soggetti interessati allo sviluppo di un’area urbana.
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